Chi sei e cosa fai?
Mi chiamo Marco Ferrigno e faccio parte di una famiglia impegnata nell’arte presepiale dal lontano 1836.
Come vi siete conosciuti con il presidente Diodato De Maio e come è nata la collaborazione con la Fondazione?
Diodato ci ha onorato della sua presenza
nella nostra bottega in più di un’occasione e, tra una chiacchiera e un’altra, ho avuto modo di apprezzare la sua competenza e il suo profondo amore per l’arte e per la nostra splendida città. Da qui è nata una bella amicizia e un’importante collaborazione con la Fondazione De Chiara De Maio con lo scopo di promuovere e far conoscere le straordinarie opere d’arte che offre il
nostro territorio.
Cosa ti ha spinto a prendere parte al progetto?
Si tratta di un progetto ambizioso, portato avanti da persone che hanno dimostrato fattivamente nel corso degli anni la volontà di valorizzare i nostri tesori. Diodato mi ha travolto con il suo entusiasmo e sono ben lieto di far parte di questo ambizioso progetto.
Cosa ti aspetti da questa collaborazione?
Il nostro obiettivo è quello di aprire le porte di Napoli e dei napoletani a quante più persone possibile. Spesso la nostra città è oggetto di pregiudizi
e facili strumentalizzazioni ma vi assicuro che Napoli è anche e soprattutto tanto altro: Napoli è storia, è arte, è sapori, è odori, è solidarietà, è famiglia.
Il nostro scopo è proprio quello di aprire le porte della vera Napoli e fare in modo che i turisti possano portare nella propria valigia di ritorno un pezzettino della vera essenza della nostra città.
In che modo credi che la Fondazione e in generale l’arte possano aiutare il territorio?
Napoli è una città che vive di turismo fortemente ferita dalla pandemia che ha investito il nostro Paese. Fino all’anno scorso, affacciandomi dal balcone della mia bottega in San Gregorio Armeno, vedevo un fiume di persone animate dalla volontà di scoprire i luoghi più caratteristici della ns città e vivere con la gioia nel cuore il Natale. Oggi mi affaccio dallo stesso balcone e
vedo poche persone il cui sorriso è tra l’altro celato da una mascherina. Ma ormai vediamo la luce in fondo al tunnel e sono sicuro che a breve torneremo a salutarci e ad abbracciarci come una volta. Sai, per un napoletano, abituato alla gestualità e al contatto fisico per esprimere i propri sentimenti, è particolarmente difficile affrontare l’attuale situazione. Ma Napoli è una città
forte, abituata a cadere per poi rialzarsi più forte di prima e sono sicuro che anche questa volta andrà così.
Quale artista/ quale opera ti ispira maggiormente?
Senza dubbio il Cristo Velato di Giuseppe Sanmartino. Si tratta di un’opera la cui grandezza è difficile da chiudere in sterili parole. L’unico modo per sentire a pieno le emozioni che riesce a trasmettere è vederla dal vivo. Per questo io, Diodato e tutti i partecipanti alla Fondazione non vediamo l’ora di poterVi accogliere a braccia aperte nella nostra splendida città.