Chi sei e cosa fai?
Sono Gianluca Marta, dottore commercialista in Roma e mi occupo principalmente di consulenza societaria e tributaria. Assisto società ed enti in materia di imposizione diretta e indiretta, crisi di impresa e contenzioso tributario.

Ho maturato una significativa esperienza professionale nell’ambito della disciplina del Terzo Settore, anche quale presidente del Collegio Sindacale in Enti di assistenza sanitaria di rilevanza nazionale. Inoltre, mi occupo di fiscalità internazionale, con particolare riferimento alla disciplina OCSE dei prezzi di trasferimento e alle agevolazioni per lo sviluppo di brevetti e opere dell’ingegno.

Come vi siete conosciuti con il presidente Diodato De Maio e come è nata la collaborazione con la Fondazione?
Ho avuto l’opportunità di incontrare il presidente De Maio grazie alla comune conoscenza di uno stimato Notaio romano e sono rimasto affascinato dalla gentilezza dei modi, oltreché dalla creatività e competenza imprenditoriale.

Diodato mi ha rappresentato le nobili motivazioni alla base del progetto della Fondazione e gli obiettivi dell’attività istituzionale che si prefiggeva di svolgere. Fin da subito il suo entusiasmo è stato coinvolgente e, in particolare adesso che iniziano a manifestarsi i primi risultati, ritengo sia stato un privilegio assistere alla costituzione e all’evoluzione dell’Ente.

Cosa ti ha spinto a prendere parte al progetto?
L’arte e la bellezza salveranno il mondo. Nella fattispecie, accanto alla già rilevante motivazione di promuovere e diffondere l’arte nel pubblico c’è il dono di un figlio che vuole onorare la memoria dei propri genitori, Giuseppina De Chiara e Michele De Maio, nel riconoscimento del loro apporto alla cultura e alla conoscenza.

Cosa ti aspetti da questa collaborazione?
Mi aspetto di assistere, e per quanto possibile di collaborare, allo sviluppo di un grande progetto partecipativo, basato su solidi principi morali, all’esito del quale la Fondazione possa assumere anche una rilevanza internazionale.

In che modo credi che la Fondazione e in generale l’arte possano aiutare il territorio?
A mio avviso è di fondamentale importanza per il Paese sostenere la diffusione dell’arte e della cultura, in particolare tra le nuove generazioni, atteso anche il contingente periodo storico che può indurre smarrimento e tensione sociale. L’arte e la cultura non devono mai essere sinonimo di privilegio e possono generare una rilevante dimensione economica e occupazionale.

C’è un’opera o un artista a cui sei particolarmente legato?
Seguo con molto interesse degli artisti contemporanei, tra i quali alcuni che ricollego a diversi momenti della mia vita e ai quali mi sento particolarmente legato.

Mi emozionano le campagne umbre dipinte da Norberto, le spatolate di Sergio Scatizzi, la scultura di Arnaldo Pomodoro, il décollage di Mimmo Rotella e la pittura metafisica di Antonio Nunziante.