La femminilità dipinta. Grazia carnale ed estasi mistica

Quadri e sculture dalla collezione della Fondazione De Chiara De Maio

Dal 25 Febbraio al 5 Maggio 2022

Museo Provinciale Campano di Capua

La mostra La femminilità dipinta vuole proporre una chiave di lettura tematica per selezionare e analizzare, focalizzando l’attenzione sulle presenze femminili, le opere d’arte appartenenti alla Fondazione De Chiara De Maio.

La mostra è ideata dallo storico dell’arte Vincenzo De Luca, che ne cura anche il catalogo, edizioni Enzo Albano. È allestita nelle sale del Museo Provinciale Campano di Capua, dal 25 febbraio al 1 maggio 2022.

In San Sebastiano e le pie donne di Luca Giordano la figura di Irene, defilata rispetto al corpo del santo trafitto dalle frecce, viene ri-analizzata come se fosse la protagonista del dipinto; di conseguenza la comprensione dell’intera opera si arricchisce di altri spunti di riflessione. Allo stesso modo, per fare un altro esempio, nel Mosè salvato dalle acque di Antiveduto Gramatica si mescolano le condizioni di tre tipologie femminili diverse: la figlia del faraone, le sue serve, la sorella del bambino. Filippo Vitale nel Martirio di Sant’Orsola, oltre a relazionare carnefice e vittima non solo con l’altro ma con la propria coscienza, include possibili vicende del vissuto del pittore. Voluta è la scelta di inserire in mostra due dipinti di autori ignoti che raccontano lo stesso tema, la Deposizione dalla Croce, dove il simbolo della donna tocca vette inarrivabili in Maria che è donna-madre-trafitta dal dolore per la perdita del figlio, climax che Michelangelo oltre un secolo prima aveva isolato nelle sue Pietà. E poi, opere di Marco Pino da Siena, Polidoro da Lanciano, Pedro Nunez del Valle, Francesco Guarini, Francesco Solimena.

Quasi tutte le opere sono ascrivibili al Seicento, secolo (come del resto quelli a venire, fino all’Ottocento) che presenta poche pittrici; il punto di vista è dunque quello maschile. Le testimonianze più recenti sono una serie di disegni, di Amedeo Modigliani, Pablo Picasso, Fernando Botero, Giacomo Manzù; inoltre opere di Mimmo Rotella e Mario Schifano.

A corredo dei dipinti sono esposte alcune sculture lignee di Madonne svestite, databili ai primi decenni del Settecento, provenienti da botteghe prevalentemente di area napoletana e alcune dell’Italia centrale.

Accompagnano la mostra due documentari, interpretati dagli attori Francesco Paolantoni e Gigi Savoia, e due sperimentazioni artistiche, una scultorea (copia tridimensionale del dipinto di Antiveduto) e l’altra sartoriale (vestizione in pelle di una Madonna svestita), in collaborazione con il Liceo Artistico Caravaggio di San Gennaro Vesuviano.

Delle circa venticinque opere della Fondazione De Chiara De Maio proposte per la mostra alcune indagano sull’anatomia del corpo, altre su valori metaestetici. Le due sezioni sono dedicate pertanto alla fisicità e al pensiero femminile. Presentarle contestualmente in mostra diventa un percorso agevolato per riscoprire di un lungo periodo storico la considerazione della donna, oltre la sua rappresentazione squisitamente pittorica e scultorea.