COMUNICATO STAMPA

Presentazione del dipinto San Sebastiano e le pie donne di Luca Giordano nell’Aula Consiliare di San Gennaro Vesuviano

Facendo seguito a un protocollo d’intesa tra il Comune di San Gennaro Vesuviano e l’Istituto Superiore “Caravaggio” finalizzato alla promozione e alla diffusione di eventi culturali, nell’Aula Consiliare viene esposto un capolavoro della pittura appartenente alla collezione d’arte della Fondazione De Chiara De Maio, il San Sebastiano e le pie donne di Luca Giordano. L’opera è accompagnata dal catalogo monografico edito dal Museo Civico Gaetano Filangieri di Napoli, dove è stato in mostra per diversi mesi, e dal catalogo Monne e Madonne. Il corpo e le virtù femminili, edizioni Enzo Albano, per la recente mostra in cappella Pontano in via Tribunali a Napoli. Curatore dei due cataloghi e della Fondazione è lo storico dell’arte Vincenzo De Luca, docente di storia dell’arte al Liceo Artistico “Caravaggio”.

L’opera è in prestito per un’intera giornata, il 20 gennaio, giorno in cui si commemora San Sebastiano; di pomeriggio, alle ore 17 è prevista la presentazione ufficiale, con la presenza del professore De Luca che introduce alla visione del dipinto.

Saranno esposti alcuni costumi popolani del Seicento napoletano, a cura di Fabrizia Ferrenti, Rosa Lieto, Rosa Pagano, Maria Rosaria Santin, realizzati con gli allievi della Sezione Design del Liceo Artistico “Caravaggio”.

Fa da cicerone ai visitatori un documentario (proiettato su uno schermo a fianco del dipinto), curato dallo stesso De Luca, che racconta i diversi livelli di significato dell’opera, interpretato dall’attore Francesco Paolantoni. Saranno presenti l’attore, a cui sarà consegnata una targa per la sua carriera quale attore e artista, e il presidente della Fondazione Diodato De Maio.

Sebastiano è il santo più rappresentato nella storia dell’arte, soprattutto durante la lunga stagione rinascimentale.

Molti pittori hanno raccontato, erroneamente, il suo martirio facendolo morire con le frecce dei propri soldati. Vissuto nel terzo secolo, era capitano delle guardie dell’imperatore Diocleziano e fu difensore dei cristiani. Scoperto dall’imperatore a difendere il nuovo credo, fu condannato a morte, denudato, legato a un palo sul colle Palatino e appunto trafitto, per mano di soldati suoi commilitoni, da tante frecce da farlo sembrare un riccio con gli aculei eretti. Tradizione vuole che una pia donna di nome Irene, volendo recuperare il corpo per garantirne una degna sepoltura, si sia accorta che il giovane trafitto dalle frecce non era morto. Curato da Irene (anche per questo gesto poi santificata) e guarito, riprese testardamente la sua attività a difesa dei cristiani. L’imperatore Diocleziano lo condannò a morte di nuovo, questa volta mediante fustigazione, facendo gettare il corpo morto nella Cloaca Maxima. Era l’anno 304.

Il dipinto San Sebastiano e le pie donne di Luca Giordano rappresenta una rarità. Per la presenza di due donne, Irene e la sua serva.

Si tratta di un olio su tela, di dimensioni 217,5 x 166 cm, realizzato intorno al 1653. Opera giovanile di Luca Giordano, quando i riferimenti sono la lezione di Caravaggio e i dipinti del de Ribera, detto lo Spagnoletto. Tale copia dallo Spagnoletto rimanda alle abitudini di alcuni allievi di replicare i dipinti del maestro, confermando inoltre la leggenda che vuole che il soprannome di Luca Giordano fosse Fapresto (“Luca fai presto”) con allusione alla velocità nel copiare le opere degli altri. Tale tela sarebbe stata dipinta più o meno nel periodo in cui muore il de Ribera.

L’azione di Irene è congelata un attimo prima di estrarre la freccia dall’ascella, immobili sono il martire e la pia donna sullo sfondo (la serva di Irene) che, con l’unguento medicamentoso in mano, attende di entrare in scena per completare con le proprie cure l’opera misericordiosa di Irene.

Vincenzo De Luca