Monne e Madonne. Il corpo e le virtù femminili

Dipinti e sculture dalla collezione della Fondazione De Chiara De Maio

Napoli, cappella Pontano e chiesa del Santissimo Salvatore in via Tribunali

Sabato 9 ottobre 2021, alle ore 18, si inaugura la mostra Monne e Madonne. Il corpo e le virtù femminili nella cappella Pontano e nell’adiacente chiesa del Santissimo Salvatore, in via Tribunali a Napoli, con il patrocinio, tra gli altri, del MIBACT, dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Campania, della Regione Campania, dei Comuni di Napoli e di Avellino e della Provincia di Avellino.

Monne e Madonne vuole proporre una chiave di lettura tematica per selezionare e analizzare, focalizzando l’attenzione sulle presenze femminili, le opere d’arte appartenenti alla Fondazione De Chiara De Maio.

La mostra è ideata e curata dallo storio dell’arte Vincenzo De Luca. Nel catalogo, oltre ai testi di De Luca, ci sono interventi di altri studiosi e la prefazione di Vittorio Sgarbi.

In San Sebastiano e le pie donne di Luca Giordano la figura di Irene, defilata rispetto al corpo del santo trafitto dalle frecce, viene ri-analizzata come se fosse la protagonista del dipinto; di conseguenza la comprensione dell’intera opera si arricchisce di altri spunti di riflessione. Allo stesso modo, per fare un altro esempio, nel Mosè salvato dalle acque di Antiveduto Gramatica si mescolano le condizioni di tre tipologie femminili diverse: la figlia del faraone, le sue serve, la sorella del bambino. Filippo Vitale nel suo Martirio di Sant’Orsola, oltre a relazionare carnefice e vittima non solo con l’altro ma con la propria coscienza, include possibili vicende personali del vissuto del pittore. Voluta è la scelta di inserire in mostra due dipinti di autori ignoti che raccontano lo stesso tema, la Deposizione dalla Croce, dove il simbolo della donna tocca vette inarrivabili in Maria che è donna-madre-trafitta dal dolore per la perdita del figlio, climax che Michelangelo oltre un secolo prima aveva isolato nelle sue Pietà. E poi, opere di Marco Pino da Siena, Polidoro da Lanciano, Pedro Nunez del Valle, Francesco Guarini, Francesco Solimena.

Quasi tutte le opere sono ascrivibili al Seicento, secolo (come del resto quelli a venire, fino all’Ottocento) che presenta poche pittrici; il punto di vista è dunque quello maschile. Le opere più recenti sono un disegno dedicato alla Gioconda, di Fernando Botero, di inizio anni Sessanta del Novecento, quando l’artista iniziava a definire con forme opulente le sue figure, e la Morte di Cristo di Giacomo Manzù.

A corredo dei dipinti sono esposte alcune sculture lignee di Madonne svestite, databili ai primi decenni del Settecento, provenienti da botteghe prevalentemente di area napoletana e alcune dell’Italia centrale.

Accompagnano la mostra due documentari, interpretati dagli attori Francesco Paolantoni e Gigi Savoia, e due sperimentazioni artistiche, una scultorea (copia tridimensionale del dipinto di Antiveduto) e l’altra sartoriale (vestizione in pelle di una Madonna svestita), in collaborazione con il Liceo Artistico Caravaggio di San Gennaro Vesuviano.

Delle oltre venti opere della Fondazione De Chiara De Maio proposte per la mostra alcune indagano sull’anatomia del corpo, altre su valori metaestetici. Le due sezioni sono dedicate pertanto alla fisicità e al pensiero femminile. Presentarle contestualmente in mostra diventa un percorso agevolato per riscoprire di un lungo periodo storico la considerazione della donna, oltre la sua rappresentazione squisitamente pittorica.

Si potrà visitare la mostra fino al 9 gennaio 2022.

Vincenzo De Luca