Giuseppina De Chiara e Michele De Maio, non potrebbero essere più felici e fieri, del lavoro della Fondazione che porta i loro nomi e di cui è presidente il loro primogenito, l’imprenditore conciario Diodato De Maio.

Lo scorso 26 settembre, la Fondazione ha tenuto l’ennesimo appuntamento di alta pittura che si è interfacciato con altrettanti alti momenti di musica classica. Diodato De Maio ha voluto condividere la sua profonda passione per i dipinti e per l’arte, con le massime autorità civili, politiche e religiose, provinciali e la comunità solofrana, portando in mostra il quadro seicentesco del pittore napoletano Luca Giordano: San Sebastiano e le pie donne. Nella splendida cornice di Palazzo Orsini, sede del Municipio, i convenuti sono stati concordi nel definire sublime la tela del poliedrico pittore barocco, Luca

Giordano, che trova nella sua Napoli, lo sfondo e la fonte ispiratrice della sua arte, del suo genio.

In un passaggio del suo ampio intervento, il Provveditore agli Studi di Avellino, Dottoressa Rosa Grano, ha avuto parole di elogio e plauso per Diodato De Maio ” che – ha detto – ha intrapreso un percorso virtuoso: la sua, è un’apertura che fa alla società civile, come uomo, prima ancora che come imprenditore. Da questi importanti momenti culturali, da quanti vi partecipano, egli aspetta di ricevere input, sollecitazioni, consigli che facciano poi crescere e migliorare l’operato della Fondazione. La Fondazione con la sua opera culturale – ha concluso il Provveditore Rosa Grano, rappresenta un’occasione che la scuola deve sfruttare, se sfruttare vuol dire partecipare, contribuire in maniera diretta ai prossimi appuntamenti culturali”.

Per il critico d’arte Vincenzo De Luca: “una partecipazione così numerosa a questo ambizioso progetto che racconta di arte e di bellezza, significa registrare una buona notizia per l’Irpinia, per la Campania e per l’Italia che deve far riflettere in positivo oltre che Diodato De Maio anche le autorità politiche di ogni livello istituzionale. C’è uno slancio – ha aggiunto De Luca un interesse per la cultura, insospettati quanto robusti che sono indicatori positivi per la rinascita della vita culturale della nostra provincia”.

È toccato alla Professoressa Pia Fuccillo, fare un excursus storico sulla Fondazione De Chiara De Maio. “Fu Michele De Maio a chiedermi di collaborare con la Fondazione, che per lui doveva avere come mission l’interlocuzione con i ragazzi e con i giovani studenti irpini. Così attivammo un canale con l’Istituto d’arte. Vedevo un Don Michele, innamorato del suo lavoro tanto che insieme elaborammo un progetto che consisteva nel portare l’azienda nella scuola a la scuola nell’azienda. E infatti i ragazzi della sezione ceramiche, vennero spesso nell’azienda di Michele che era diventato un supervisore dei loro lavori e lui ricambiava sedendosi nei banchi con loro a fare e ricevere domande. Alcuni lavori ispirati ad una collezione di pelli, furono così belli da meritarsi un grande successo alla mostra delle pelli di Bologna. In questo modo, Don Michele riuscì ad avvicinare alla realtà economica solofrana, ragazzi che non la conoscevano. In buona sostanza – conclude l’alto funzionario prefettizio – Michele De Maio fu il precursore di quella che oggi è l’alternanza scuola lavoro”.

Alla bellezza della tela del Giordano – dicevamo – ha fatto da contraltare la musica suadente del trio, diretto dal maestro Pietro Calzolari al Violino; Umberto D’Angelo all’oboe e Luigi Gagliardi al pianoforte.

Il futuro del Presidente Diodato De Maio, sarà pieno di duro lavoro e di grandi impegni ma senza dubbio, lo aspettano fulgidi traguardi.

 

 

Carmine Longobardo